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XC 50 – La prova in mare

XC 50
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L’Xc 50 è un cruiser di 15 metri che respira completamente l’aria danese, se la si intende come pulita, ordinata, e pacifica. Esatto, l’Xc 50 rispecchia perfettamente l’idea comune della Danimarca, dove ogni cosa è al suo posto, dove le intemperie non fermano nessuna attività; dove, se l’ambiente è ostile, lo si affronta e lo si domina. L’Xc 50 è la conferma di una linea di imbarcazioni di successo firmate da Niels Jeppesen, ossia la gamma Xc, gli X-Yachts pensati appositamente per vivere la barca in crociera, comodamente e in famiglia, in ogni mare del mondo. Ma non crediate che volumi e linee di carena più morbide possano cancellare il Dna naturale di un X-Yachts, cioè le performance, gli Xc rimangono sempre X! L’Xc 50 è bella da vedere, con una tuga filante caratterizzata da un vero e proprio “parabrezza”. è un optional che consiglio e che se a prima vista infastidisce un po’, nel complesso della linea si integra bene: di serie invece si ha la classica cappottina. Le sezioni sono caratterizzate da maggiori volumi rispetto ai classici X-Yacht, con V di carena più profonde, in modo da garantire comodi passaggi sull’onda e comfort di navigazione. Allo stesso modo, l’aumento di volume generale ha permesso di aumentare gli spazi interni e gestire le zone dedicate alla navigazione in maniera più versatile, come il pozzetto e lo specchio di poppa. Lo scafo è costruito su stampo femmina tramite sandwich di fibra di vetroresina con schiuma strutturale di rinforzo. La laminazione di tipo tradizionale, prevede dei rinforzi con fibre bidirezionali nei punti di maggior stress in modo da garantire solidità, rigidità e leggerezza. Una gabbia in acciaio galvanizzato a caldo viene laminata sulla pancia dello scafo per assorbire tutti i carichi derivanti dall’albero e dalla chiglia. Molto interessante l’attacco delle sartie, direttamente sul ragno strutturale con un sistema di Tip Cup a L facilmente accessibile. La barca, uscita dal cantiere, pesa complessivamente 16 mila chili circa, con 6.685 kg di zavorra, poco più di un terzo del dislocamento. Non pesa poco, ma paragonato ai suoi diretti concorrenti è quello più leggero: in più bisogna considerare la coperta in teak di serie. Tutto il processo produttivo, dalla laminazione al varo, avviene nel cantiere stesso e questo permette di garantire un controllo qualità di alto livello.

 

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