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Grand Soleil 50 – La prova in mare

Grand Soleil 50 exterior
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Grand Soleil 50

Per iniziare a parlare del Grand Soleil 50 prodotto dal Cantiere del Pardo, nulla di più semplice sarebbe partire dalla firma delle linee d’acqua, la coppia di progettisti Botin e Carkeek. La loro militanza in Coppa America, da sola potrebbe spiegare le ragioni di una potenza che abbiamo saggiato in acqua in condizioni molto diverse. Che si tratti di una barca concettualmente diversa, lo si intuisce subito guardando le linee.

A differenza degli altri modelli, con prua e poppa “risucchiate”, caratteristica saliente dei Grand Soleil, su questo modello i progettisti hanno aumentato le sezioni prodiere e poppiere, arretrato di molto il baglio massimo, ridotto la superficie bagnata e ottenuto una buona lunghezza al galleggiamento dinamico.

Piano costruttivo

Sul piano costruttivo, il cantiere ha utilizzato sandwich di airex per opera viva e murate realizzando sia lo scafo che la coperta con il processo dell’infusione. Il Grand Soleil 50 è pertanto una barca leggera, anche grazie all’uso del carbonio in molte parti, quali albero, timone, boma, ma molto rigida e resistente. La chiglia in piombo, con un’anima costituita da una gabbia in acciaio, termina con un siluro che pesca 2,9 metri. Con un peso di 4.600 chilogrammi rappresenta il 35 per cento circa del dislocamento di 13.000 chili.

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Coperta e attrezzature

la coperta del Grand Soleil 50 suggerisce prima di tutto i concetti di ordine e pulizia.  Disegno moderno, linee filanti, molto spazio per muoversi, manovrare e godersi anche i benefici momenti di pigrizia, sono le caratteristiche del piano di coperta. Inoltre, intesa proprio come rapporto fra spazio e lavoro dell’uomo, l’ergonomia regna in tutti i comparti.

Dal triangolo di prua, dove una cabina marinaio collocata dietro il gavone dell’ancora funge da capiente calavele, lungo i passavanti, larghi e agibili, fino al pozzetto concepito per manovrare anche in solitaria. Molto ergonomico anche il pozzetto con la collocazione dei winch elettrici a ridosso della postazione del timoniere che è in grado di controllare da solo la virata.

Interni:

nel Grand Soleil 50 è stato seguito un concetto tipico della cantieristica nord europea, che privilegia gli spazi della convivialità rispetto a quelli della zona notte. In questo caso abbiamo un quadrato che suggerisce immediatamente l’idea dell’accoglienza e due cabine di poppa di discrete dimensioni oltre a quella armatoriale a prua degna di questo nome. Ma ben prima dei volumi e dei materiali scelti (teck e massello in abbondanza nelle eccellenti rifiniture), quello che attribuisce valore a questi spazi sono ancora una volta le scelte progettuali e gli elementi di innovazione.

Impianti concentrati in un solo punto, ottima strumentazione standard al carteggio, intelligenti soluzioni per aumentare i posti a sedere intorno a un tavolo che trasla sul piano orizzontale, locale doccia separato dalla toilette nella cabina di prua, osteriggi e oblò (anche a murata) ottima fonte di luce naturale, sono solo alcuni degli elemetni che colpiscono in un contesto elegante e funzionale. Il Grand Soleil 50 è insomma una barca che anche sotto coperta può essere definita semplicemente bella.

LEGGI LA PROVA IN MARE DI “VELA”

 

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