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Delphia 40 – La prova in mare

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Il progetto del Delphia 40 nasce per garantire un buon comfort in crociera. Questo significa volumi importanti, certo, ma non necessariamente carene poco performanti. Al contrario, una delle armi con cui Delphia intende dare battaglia alla grande cantieristica mondiale è proprio la bontà delle carene e l’accurato studio delle appendici, allo scopo di fornire prestazioni di tutto rispetto anche a chi, in una barca, ricerca soprattutto la comodità. Quindi priorità allo spazio sopra il galleggiamento, complice anche il furbo disegno della tuga, ma per la carena linee tese, volumi poco immersi, sezioni fini a prua e performanti a poppa. Anche le appendici del Delphia 40 sono pensate con un occhio alle prestazioni: il bulbo ha una pinna piuttosto fine che termina con un importante scarpone, a garanzia di un buon momento raddrizzante; il timone, che durante la prova ci ha meravigliato per l’efficienza, ha una forma quasi da racer, con un disegno ellittico e un notevole allungamento. Il piano velico, piuttosto contenuto, presenta un classico frazionamento a 9/10 con crocette acquartierate, e offre un buon equilibrio tra le superfici della randa e del genoa avvolgibile. Se il comfort è la priorità del Delphia 40, il piano di coperta ha centrato l’obiettivo, con spazi a disposizione veramente notevoli. Il grande pozzetto è il centro della vita all’aperto: ci si stende comodamente e si circola bene, con un passaggio agevole intorno alla ruota e un pratico sistema per abbassare la panca centrale dando accesso all’ampia plancetta di poppa.

Scarica la prova in mare di “Fare Vela” QUI.

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