Azuree 33 – La prova in mare

L’Azuree 33 colpisce per i colori decisi, non banali, per il tratto grafico e funzionale sulla fiancata, uno spigolo deflettore che ha una sua precisa praticità e per il disegno della finestratura. Davvero pregevoli, luminosi, ariosi e arieggiabili gli interni. Il pozzetto è come ci si deve aspettare su una barca che deve andare a vela: comodo, funzionale, essenziale. Belli gli interni open space e il celino, semplice, elegante, innovativo soprattutto su queste dimensioni di imbarcazioni – siamo nella fascia protetta dei cosiddetti “natanti” – settore destinato a una ripresa quanto mai vivace e in controtendenza con il settore nautico in generale.

Fra le qualità maggiormente apprezzabili di questo piccolo dieci metri ci sono l’allestimento e la disposizione degli interni. Gli enormi volumi di carena, la grande tuga e le numerose finestrature a murata consentono ambienti ampi, altezze interne generose e una luminosità che, nella categoria dei dieci metri, non ha pari. Gli spazi sottocoperta sono quindi molto vivibili e accoglienti, tanto da poter essere goduti intensamente anche in lunghe navigazioni alla stregua di quanto accade su imbarcazioni più grandi. Le dimensioni della panca del quadrato sono giustamente proporzionate e il carteggio, con pensili in grado di ospitare anche un plotter cartografico, ha la seduta rivolta verso poppa e un piano di lavoro piccolo, ma sufficientemente ampio per gestire la carte nautiche. Da apprezzare anche  alcune soluzioni volte all’ergonomia d’impiego, come la robusta panca abbattibile che, nascosta nel piano verticale della cucina, aumenta il numero di sedute intorno al tavolo, come anche la grande porta a due ante di accesso alla cabina prodiera che, una volta aperta, regala l’ariosità tipica di un open space.

La grande tuga protegge efficacemente il pozzetto e i paramare sagomati divengono comodissime sedute a barca sbandata. L’Azuree 33 si destreggia fra le onde con un’agilità inattesa e un incedere morbido, risalendo il vento con un buon angolo, conservando una tendenza orziera sempre controllabile e una velocità molto vicina a quella di carena. È al lasco, però, che questo dieci metri mostra il meglio di sé.

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