DETTAGLIO
Carlo Sciarrelli, genio della progettazione navale
Carlo Sciarrelli nacque a Triste nel 1934 e morì sempre a Trieste nel 2006; figlio di ferroviere, lavora inizialmente come fuochista addetto alla manovra dei treni per le Ferrovie dello Stato. Frequenta fin da ragazzo i moli dello Yachting Club Adriaco subendo il fascino delle barche. Inizia a bordeggiare per il golfo di Trieste con un beccaccino, una deriva che gli permette di appropriarsi dei segreti della navigazione. Inizia per lui un percorso di conoscenza, che in realtà durerà tutta la vita e da perfetto autodidatta, studia, analizza, approfondisce con una cura quasi maniacale, ogni aspetto delle cose che gli interessano.
Nel 1959, il suo primo lavoro da progettista: restaura per sé una “passera” costruita sull’Isola di Veglia negli anni ’30, Aspasia. Si sente pronto, i suoi studi, le sue analisi lo hanno portato a trovare un suo concetto di sintesi dalla quale può e deve partire, per realizzare la barca perfetta, “la barca di Dio”. Con sudati risparmi progetta e costruisce nel 1960 la sua prima barca, Anfitrite, seguita da Aglaja nel 1964. La barca va bene e vince quasi tutte le regate alle quali partecipa.
138 barche progettate
Inizia così la sua storia di progettista, architetto, yacht designer. Nella sua vita ha progettato circa 140 barche e dai suoi progetti sono state realizzate in tutto il mondo più di 400 imbarcazioni. Giudice severo di se stesso aveva dietro la scrivania, dove lavorava, una striscia di carta con elencati i 138 nomi delle sue barche, solo su alcuni però c’era un asterisco, dove cioè il suo progetto aveva raggiunto la perfetta sintesi di utilità e bellezza. Tra questi, ricordiamo progetti tuttora competitivi come Sagittario della Marina Militare che ancor oggi compete ad alti livelli, e poi via via Astarte II, Auriga, Chirone, Attica, Nababbo II, Tiziana IV, Sandra II, Isabella, Chaplin e tante tante altre ancora.
“Il bello non è nuovo, il nuovo non è bello” soleva dire. Tutta la sua opera di yacht designer infatti, è stata connotata dalla ricerca della “bellezza”. Da profondo conoscitore dei classici qual’era, puntava alla sintesi perfetta di armonia e equilibrio delle forme e funzionalità. Nel 1970 pubblica il libro “Lo yacht, origine ed evoluzione del veliero da diporto“, a tutt’oggi il testo di nautica più letto nel nostro Paese.
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