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COMAR YACHTS – COMET 51S

COMET 51S, 2004 REFIT TOTALE 2016, SCAFO BLU 2010, PONTE IN TEAK RIGOMM. 2016 BIANCO, MOTORE 96 HP SOSTITUITO NOV. 2015 CON 400 ORE DI MOTO, ARMATORIALE DI PRUA CON LETTO (KING SIZE 220X 200 CM) CON BAGNO ELETTRICO CON BIDET E AMPIA DOCCIA, 2 GRANDI CABINE OSPITI CON BAGNO ELETTRICO, RISCALDAMENTO WEBASTO, 2 FRIGORIFERI NUOVI, ILLUMINAZIONE INTERNA ED ESTERNA A LED, NUOVE TAPPEZZERIE INTERNE ECRUE, TV, 2 HIFI NUOVI, ANTIFURTO ELETTRONICO DA REMOTO, 2 JUMBO, 2 GPS (INTERNO ED ESTERNO) AVVOLGIFIOCCO E WINCHES MAGGIORATI ELETTRICI, SARTIAME TONDINO REV’ 2015, ALBERO BIANCO 2015, PATERAZZO IDRAULICO REV. 2016, CHIGLIA A T, NUOVO EASY BAG E NUOVE COPERTURE ESTERNE, ELENCO LAVORI SU RICHIESTA, MOLTO CURATA ED ACCESSORIATA +39 06 65 22 258/9, +39 348 2337 257 – www.mediaship.it – CODICE ANNUNCIO W68539/V

Modello COMET 51S

Il COMET 51S è a noi tutti nota fin dall’esordio per il suo design elegante e sportivo senza tempo, caratterizzato da bordi liberi contenuti e da una tuga bassa e corta dal design pulitissimo che la rende particolarmente snella ed elegante al punto di essere scelta per diversi spot televisivi, tra cui quello nella stazione di servizio Q8 così come nel telefilm “L’Isola di Pietro 2“.

Il COMET 51S è un semi custom con finiture molto curate ed interni in teak con paratie in composito e cabina marinaio. Il Comet 51S ha conquistato anche i velisti più esigenti, ed è stato protagonista in regate nazionali e internazionali, tra cui il Campionato del Mondo ORC nel 2009, la Giraglia Rolex Cup nel 2009, consolidando la sua immagine di fast cruiser nel 2006 con un primo assoluto sia alla Rolex Capri Sail Week che al Campionato italiano ORC di Cagliari.

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Cantiere COMAR YACHTS

Con alle spalle oltre 40 anni di attività, Comar Yachts è oggi protagonista indiscusso nella costruzione di imbarcazioni per la nautica da diporto.

Questi i numeri del cantiere, riconosciuto universalmente un’eccellenza del Made in Italy:

  • Oltre 5.000 unità costruite tra gli anni ’70 e la prima metà degli anni ’90;
  • Oltre 1.200 imbarcazioni realizzate dal 1996 ad oggi. 

La storia

L’attività del cantiere Comar Yachts inizia negli anni ‘70 con la produzione di modelli dai 7 mt ai 14 mt, firmati dallo studio Finot.

Il decennio successivo è caratterizzato dai progetti di D. Peterson, Bruce Farr, Sergio Lupoli e dello Studio Vallicelli.

A partire dal 1996, sotto la guida della nuova proprietà, tuttora al timone dell’azienda, il cantiere si specializza sempre di più in un tipo di produzione artigianale incentrata sulla qualità dei materiali, delle tecniche costruttive e sull’utilizzo di resine epossidiche viniliche di serie, con finiture interne in legno pregiato.

Alcune delle imbarcazioni frutto della nuova era Comar Yachts sono:

  • C21 monotipo;
  • Comet 103′ in carbonio;
  • Barche a motore con il marchio Clanship.

I riconoscimenti internazionali

La capacità di rinnovamento e l’efficienza dimostrata dalla nuova gestione sono state ricompensate dai numerosi riconoscimenti internazionali ricevuti dal cantiere negli anni Duemila. Tra questi ricordiamo:

  • Yacht of the Year (2005 e 2006);
  • Il premio per il miglior design (2006)
  • Vari titoli sportivi ricevuti dalle sue imbarcazioni, tra cui la vittoria del campionato italiano ORCI (2006) e del campionato mondiale ORCI (2008) in Grecia.
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Ultimo aggiornamento dell'articolo: 26 aprile 2018
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W68539/V • 2004 • Venduta

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Prova in mare - Comet 51S – La prova in mare

Come tutti i progetti dello studio Vallicelli, il Comet 51 S (Sport) colpisce innanzitutto per la proporzione delle linee, caratterizzate da bordi liberi contenuti e da una tuga bassa e corta, raccordata al ponte con curve morbide e arrotondate. Una tuga dal design pulitissimo che, pur garantendo adeguate altezze interne, rende particolarmente snella la vista laterale, oltre ad ampliare le superfici vivibili della coperta. Sebbene siano evidenti i richiami alla formula IMS, come le uscite alte sull’acqua, il centro di carena arretrato e la pala del timone in posizione avanzata, non ci sono quelle forzature tipiche dei progetti precendenti: anziché stretto e con fianchi verticali, lo scafo del Comet 51 S ha viceversa un baglio massimo di 4,70 metri, con murate un po’ svasate the servono a contenere l’area immersa; mentre sia il dritto di prua sia lo specchio di poppa non sono a piombo, bensì leggermente inclinati. Pur contando su una buona stabilita di forma, il Comet 51 S dispone inoltre di una percentuale di zavorra che, per il bulbo standard con pescaggio di 2,60 metri, si attesta a 140% del dislocamento. Previste altre due opzioni  di chiglia, sempre con siluro e pescaggio ridotto a m 2,20 (esemplare della prova), oppure con ala trapezioidale senza siluro e pescaggio di 3 metri. In definitiva, il Comet 51 S è un bel progetto che abbina it comfort e l’estetica a prestazioni di rilievo.
COSTRUZIONE: tutto sandwich sia per lo scafo sia per la coperta, con anima in termanto e balsa incollata sottovuoto alle pelli, laminate con tessuti biassiali e unidirezionali, e resina poliestere. Per una maggiore protezione dall’osmosi, nei primi due strati esterni viene impiegata vinilestere. Del tutto assenti i controstampi strutturali, l’ossatura di rinforzo e costituita da madieri e longheroni resinati alla scocca; le paratie sono invece resinate solo alto, scafo, ma non alla coperta che e rivestita all’interno con it cielino controstampato. ll bulbo e in piombo con piastra di attacco in acciaio inox che si intesta sull’impronta nella carena. In pieno di inox anche l’asse del timone, con frenelli e settore a farfalla. Curate le finiture, pur con quelle sbavature tipiche dei prototipi.

PIANO VELICO: rispetto al progetto originale, che prevede un triangolo di prua con sovrapposizione, l’esemplare della prova disponeva di solo piano velico crocieristico, con lande a murata e di conseguenza fiocco al 100%. Una scelta che, togliendo circa 25 mq di tela, penalizza le prestazioni con le ariette e preclude quelle prerogative sportive insite net progetto. In fondo, per facilitarsi le manovre nulla toglie di montare un genoa senza sovrapposizione anche con le lande interne. L’armo è frazionato a 9/10 con tre ordini di crocette acquartierate senza volanti né stralletto.

COPERTA: pulito e vivibile in tutta la sua estensione, il piano di coperta del Comet 51 S sfoggia un singolo pozzetto con poppa aperta. Uno spazio lungo be quattro metri, a cui si sommano i 60 cm del corridoio di accesso agli interni, ai piedi del quale è ricavato il vano per l’autogonfiabile. Le panche lunghe 235 cm offrono quattro comode sedute per lato. Oltre ai due gavoni ricavati sotto le panche è presente un portello di accesso al circuito dei frenelli: un volume poco profondo ma largo che, insieme con la cala vele di prua, contribuisce a uno stivaggio abbondante. La disposizione delle manovre rispetta il doppio uso crociera-regata, con i due winch di scotta ben dimensionati al centro delle panche, due dei quali dedicati alla randa con circuito alla tedesca sdoppiato su entrambi i lati. Stesso discorso vale per la ripartizione degli spazi del Comet 51 S che, grazie alla tuga corta e ai passavanti larghi circa un metro nella zona centrale, granisce ampi prendisole e al contempo la massima libertà di movimenti a un equipaggio numeroso. In sostanza un ponte “mediterraneo”. Comet 51 S 2

INTERNI: nonostante l’ampio pozzetto, gli interni del Comet 51 S sono ariosi e ben ripartiti. Ciò si deve alla larghezza delle sezioni che ha permesso di supplire al ridotto sviluppo longitudinale. Trovano quindi posto una comoda dinette a C con panca contrapposta e, sull’altro lato, una zona carteggio?living con due poltroncine e tavolo nel mezzo. Le cabine di poppa fruiscono a loro volta dell’ampiezza delle sezioni, con cuccette di forma regolare molto larghe in testa e sul fondo. Buona anche l’aerazione, assicurata da un boccaporto, oltre che dall’oblò rivolto verso il pozzetto. Ai piedi della scala, sulla dritta si sviluppa la cucina a L, fornita di numerosi stipetti e di un grande piano di lavoro. Sulla sinistra, la toilette di poppa, con una disposizione funzionale dei sanitari. A prua, dove i volumi tendono a stringere, si è al contrario giocato sullo sviluppo prua-poppa, con una cabina armatoriale lunga 3,70 metri e bagno interno con annessa zona doccia.

Altro aspetto ben risolto è quello delle altezze: con una tuga così bassa si resta infatti sorpresi dai quasi 2 metri in quadrato.

 

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