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Mochi 51 Dolphin, un fascino da lobster anni ’40

Mochi 51 Dolphin
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Il Mochi 51 Dolphin offre uno scafo dall’indubbio fascino che offre una nuova alternativa all’andar per mare. Ideale per crociere a medio raggio, si presenta stabile e solido all’impatto con l’acqua e sfoggia prestazioni a motore degne di una barca di maggiori dimensioni. Ogni ambiente è ospitale e raffinato, il pozzetto vanta dimensioni ideali ad accogliere molti ospiti e la zona leaving, all’interno della deck house, è perfetta per intrattenerli. L’intimità offerta dai locali notte è data anche dalla raffinata scelta degli arredi e dalle accurate finiture. Con il Mochi 51 Dolphin torna “ufficialmente” la vera eleganza del navigare. Le forme provengono dal passato ma sono la tecnologia e il progetto innovativo a far esaltare la nascita di questa nuovagenerazione di barche. Massima libertà in coperta e ambienti accoglienti per l’armatore, il Mochi 51 Dolphin offre un nuovo modo di fare crociera. Progetto Disegnato dallo Studio Victory Design (fondato nel 1989 da Brunello Acampora) il Mochi 51 Dolphin è stato il primo “new lobster yacht” prodotto da Mochi Craft.

Questo elegante e moderno scafo riprende le linee e l’atmosfera che si respirava nei primi anni quaranta quando sulle coste del New England nascevano le rinomate lobster boat, barche dedicate alla pesca dell’aragosta. Il “delfino” prende in eredità la particolare forma della carena, fatta per affrontare mari difficili, e le linee eleganti che le rendevano tanto equilibrate e affascinanti. Linee morbide, prua larga, poppa che si chiude dolcemente e spazioso pozzetto sono le caratteristiche che il cantiere Mochi Craft ha mantenuto per il suo nuovo modello. Il profilo generale è reso ancor più accattivante da piccole attenzioni come l’ assenza dei pulpiti e delle draglie, la forma della deck house senza spigolature, le due paratie laterali che chiudono il pozzetto con una semplice curva. La conformazione geometrica della carena del Mochi 51 Dolphin è di tipo Deep Vee a diedro costante a sezioni convesse. Il Mochi 51 Dolphin presenta anche una buona dose di tecnologie che le conferiscono comfort in navigazione e prestazioni. Il prendisole di poppa trasformabile, il tettuccio elettrico, i verricelli elettrici per le manovre e aria condizionata sono solo un esempio. Il piano di coperta, oltre a essere pulito e lussuoso, si presenta innovativo sotto molti aspetti. Lo specchio di poppa offre un sistema di alaggio tender efficiente: una volta aperta la plancia di poppa è possibile alzare un grande gavone che nasconde un box a livello mare. Questo impianto consente la facile fuoriuscita del tender (già gonfio) senza l’utilizzo di gru elettriche. Un doppio ingresso con sportello a scomparsa (uno per lato) porta al grande pozzetto, una vera piazza che accoglie due sedute. Altro elemento che migliora il comfort in pozzetto è la piccola cucina posta a dritta, fornita di bar, lavandino e barbecue. Il passaggio a prua è tramite i passavanti laterali, la loro larghezza aumenta da poppa verso prua in modo lineare. L’hard top della deck house è equipaggiato con un alberello porta antenne, due tientibene in legno, un faretto direzionabile e un tettuccio elettrico che concede maggiore ricircolo d’aria alla sottostante zona pilotaggio. Lungo l’ intera superficie della coperta troviamo razionalità e finiture importanti, tutte le superfici calpestabili sono rivestite in teak e molte parti della tuga sono completate con legni pregiati e cromature.

Mochi 51 Dolphin extDal pozzetto si accede alla deck house tramite una porta scorrevole in plexiglas scuro. Accanto a quest’ultima è presente un finestrone che, una volta sollevato, trasforma queste due zone in un ambiente unico (tipo open space), ideale per la sosta in rada. All’interno della deck house del Mochi 51 Dolphin si presentano tre situazioni su due livelli diversi: sul primo troviamo una grande dinette che può accogliere sei persone; sul lato opposto c’è invece il mobile in legno che contiene le stoviglie, il bar, il televisore e l’impianto hi-fi. Più a prua sulla sinistra è sistemata la consolle di guida, pratica e funzionale può ospitare due persone. L’intera deck house è particolarmente luminosa grazie ai grandi finestroni che la circondano; legni pregiati e divani in capitonné rendono l’atmosfera lussuosa. La zona notte del Mochi 51 Dolphin, posta in avanti dove la prua raggiunge la sua massima larghezza, prevede due cabine e due bagni oltre alla cabina del marinaio con proprio servizio. Sull’estrema prua si apre la cabina armatoriale con letto doppio rialzato e numerosi armadietti per stivare i bagagli. Nello stesso ambiente ma separato da una porta c’è il bagno, equipaggiato con sanitari di lusso e doccia con porta a vetri. A sinistra più a poppa c’è la seconda cabina attrezzata con due letti singoli; sulla dritta c’è invece il bagno ospiti. In tutti gli ambienti il bianco delle tappezzerie contrasta con il caldo colore del legno che richiama le tonalità in voga negli anni cinquanta. Altra particolarità è l’assenza di oblò laterali, caratteristica tipica delle barche a vela, che comunque non riduce la luminosità degli ambienti interni. Il Mochi 51 Dolphin è spinto da due propulsori Man da 380 cavalli l’uno che portano lo scafo ad una velocità massima dichiarata di 33,5 nodi; la velocità di crociera si aggira intorno ai trenta nodi. I due motori sono posizionati esattamente sotto l’area del pozzetto. Il vano motore del Mochi 51 Dolphin è di semplice accesso grazie ad una scaletta sotto il pagliolo e ospita, oltre ai due propulsori, un aspiratore elettrico per eventuali gas residui, gli attrezzi per la manutenzione, un boiler da 50 litri a 220 Volt, un gruppo elettrogeno Mase 9000 W e le luci per l’ispezione. Le paratie che chiudono il vano motore sono stagne ed insonorizzate; per limitare rumori in eccesso, tutti gli scarichi sono stati forniti di silenziatore. Il serbatoio del carburante del Mochi 51 Dolphin, con capacità di 2.250 litri, è munito di decantatore e valvola di spurgo. La distanza percorribile stimata alla massima velocità è di circa 250 miglia, e di 310 alla velocità di crociera.

Tratto da: “Vela e Motore“.

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