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Ferretti 620 – La prova in mare

Ferretti 620
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Il Ferretti 620, evoluzione del 592, rinnova le geometrie e le soluzioni tecniche adottate, fornendo al cliente validi motivi per procedere all’acquisto; la sinergia fra Zuccon per lo styling, Frabetti per l’architettura navale e Ameli per la parte propulsiva e impiantistica ne amplifica i risultati portando a un ottimo standard qualitativo.
L’attenzione per i dettagli è presente in ogni ambiente e soluzione adottata; nessuna di queste è forse una novità in assoluto per il Gruppo Ferretti, ma il 620 è probabilmente uno dei primi yacht in cui queste sono tutte proposte contemporaneamente: lo SteerCommand, gli scarichi sommersi con setti silenziati, la carena con tunnel F-Tdr, l’ottimizzazione delle appendici a scafo, l’inclinazione dei motori tale da lavorare in posizione orizzontale quando è in planata ecc. Niente di eclatante in sé qualora presi singolarmente, ma tali accorgimenti proposti tutti insieme sono sintomo di come siano diventati allo stato attuale uno standard, garanzia del prodotto finale. Potremmo definire il Ferretti 620 “bello e funzionale”. Il pozzetto è più lungo di 30 cm, di conseguenza gli spazi sono ampi e maggiormente fruibili, gli interni sono completamente ridisegnati e la coibentazione è particolarmente curata. Il layout interno è ridisegnato in maniera razionale, come l’interposizione fra sala macchina e cabina armatoriale e quella equipaggio, casse gasolio strutturali e bagno. Notevole è la quantità di luce che penetra dalle generose finestrature anche nelle cabine del Ferretti 620. Il risultato è un ambiente da poter vivere 365 giorni l’anno.

Ferretti 620 provaLa prova
Il mare e il vento sono stati propizi per mettere a dura prova lo scafo e la piattaforma; forti raffiche di libeccio ci hanno graziato solo quando eravamo al riparo della sagoma dell’isola di Palmaria. La carena si è ben comportata riuscendo a toccare i 34 nodi di velocità massima nonostante le condizioni meteorologiche; anche il tempo di planata, 9”, e i secondi necessari per raggiungere la massima velocità, 40, sono di tutto rispetto. I ripetuti impatti sulle onde non hanno comportato contatti degni di rilievo grazie a una geometria di carena penetrante nell’acqua. Il sistema di timoneria assistita steercommand ha dimostrato di essere funzionale consentendo raggi di curvatura di 25 metri con una velocità di ingresso in virata di 20 nodi. La risposta ai comandi del timone del Ferretti 620 è sempre immediata e si ha necessità di una pressione alla rotazione proporzionale all’andatura: al di sopra dei 1.800 giri dei motori di propulsione si inserisce la “virata differenziata” comportando un timone più “duro” e un minor rapporto fra numero di giri ruota e barra. Alle basse andature, quindi, il timone sarà più maneggevole, mentre alle altre sarà più saldo, condizione che contribuisce a mantenere una buona stabilità di rotta. Ottima la posizione della consolle in plancia, la cui ubicazione consente al timoniere di godere di ottima visuale a meno di una limitatissima zona “d’ombra” (circa 15° su 360°) in corrispondenza della cucina del Ferretti 620.

Descrizione esterni e interni
Il layout del Ferretti 620 è sempre classico e lineare, ma lascia al passato le forme abbastanza squadrate concedendo spazio a dei tratti più morbidi. Il flyinbridge, sufficientemente grande per ospitare un ampio prendisole, controplancia, divano con tavolino e mobiletto grill, copre totalmente il sottostante pozzetto; da qui l’accesso alla zona prodiera avviene tramite due camminamenti laterali il cui imbocco, a dire il vero, è un po’ sacrificato nella zona delle spalle, ma la presenza di un’alta battagliola ne consente un sicuro tran- sito. L’ingresso al salone avviene dal pozzetto tramite una porta scorrevole centrale; a sinistra è sistemata la cucina, completamente isolabile dal resto dell’ambiente, in modo tale da poter asservire sia la zone interna sia quella esterna. Un paio di gradini portano al salone, la cui luminosità è accresciuta dai colori chiari del rovere sbiancato del mobilio e delle paratie e contrasta con il rovere tinto del piano di calpestio e della pelle della consolle della plancia. L’ampiezza del salone del Ferretti 620 meriterebbe la presenza di un tientibene sul cielino nella zona centrale per un sicuro transito con mare agitato. Il ponte inferiore ospita tre cabine, una matrimoniale per ospiti a prora (vip), una doppia a murata dritta e l’armatoriale posta al di sotto del salone; ognuna gode di un bagno proprio tranne la doppia, il cui bagno è fruibile anche dal corridoio. La padronale gode di importanti spazi per lo “stivaggio” degli indumenti. In ognuna delle cabine, anche la più piccola, sono ricercate soluzioni ergonomiche e i movimenti sono facili e senza impedimenti. Tutta la zona notte richiama i colori chiari del ponte superiore grazie al medesimo rovere sbiancato.

Commento  tecnico sullo scafo
La carena è a geometria variabile nel Ferretti 620. Lo scafo è realizzato in vetroresina e in particolare con vetro biassale e resina vinilestere per i primi strati mentre tutto il resto è laminato con resina isoftalica; sono presenti in corrispondenza dei rinforzi 3 strati di materiale unidirezionale per elevare il modulo di resistenza nella direzione degli sforzi.
I primi 4-5 strati, i più esterni, sono laminati con Mat 300 e Biax leggero per impedire che le stuoie di rinforzo lascino dei segni sul gelcoat.
Il fondo è realizzato per laminazione piena con 9 strati e uno spessore di 10 mm; la chiglia raggiunge invece i 15 mm. Il fianco, realizzato a sandwich, ha uno spessore totale di 36,7 mm con un core in pvc di 30. Anche la coperta è realizzata a sandwich con valori di spessori variabili a seconda se in corrispondenza del pozzetto e del salone prodiero oppure del salone poppiero (il massimo è 42 mm).
La carena presenta dei tunnel F-Tdr di cui abbiamo avuto la possibilità di analizzare i grafici ottenuti degli studi cfd forniti da Ayt: si osservano delle pressioni più equamente distribuite rispetto a quelle concentrate presenti sulla carena con tunnel tradizionale; osservando gli istogrammi si nota un valore di trim medio più basso.
Gli scarichi sono dotati di setti che silenziano i gas dei motori, sia a basso numero di giri, quando gli scarichi avvengono sopra la superficie dell’acqua, sia agli alti, quando sono sommersi; la sede dei setti è integrata nella carena e coperti da una sorta di pannello rinforzato a filo con lo scafo.
Interessanti le due coppie di pattini di sostentamento di sezione diversa (più larga quella più prossima alla chiglia) e con lunghezza estesa leggermente oltre la mezzeria. Le appendici di carena e i relativi recessi sono quanto più possibili avviati per offrire minor resistenza di attrito.
Sebbene lo stabilizzatore giroscopico Mitsubishi sia optional, i rinforzi strutturali sono già presenti nello stampo.

Ferretti 620 ext

Tratto da: “Barche Magazine“.

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